Nel 2011 – 2012, su ordine dei poteri forti nazionali, fu brutalmente stoppata dai Governi prima Berlusconi e poi Monti, la galoppante crescita delle energie pulite in Italia, iniziata nel 2008. Eravamo i primi al Mondo.

L’Università Bocconi stimò che avessero già creato circa duecentomila nuovi posti di lavoro. Sono state azzerate. Due furono i pretesti principali.

Il primo, la balla che a causa degli incentivi pubblici facevano incrementare le bollette e pesavano sulle tasche degli italiani (falso: avevano al contrario fatto scendere il costo dell’energia, mentre le energie fossili sono tutt’ora incentivate con venti miliardi di euro di denaro pubblico l’anno).

Il secondo, ma in realtà il primo, che rovinano il paesaggio.

Con la complicità dell’estrema sinistra chic e salottiera, esteta di un paesaggismo conservatore e reazionario, del livello dei proprietari terrieri ottocenteschi che si opponevano alle ferrovie, questo Paese dieci anni fa si suicidò, e da leader mondiale, è diventato fanalino di coda della transizione ecologica.

E adesso ci risiamo.

Mentre nel mondo l’energia eolica, la forma energetica più pulita del pianeta, secondo la letteratura scientifica consolidata, raddoppia nel 2020, nel nostro Paese, Italia Nostra, pochi giorni fa, ha chiesto una moratoria nazionale di autorizzazioni a nuovi impianti eolici, preoccupata “per l’eccessivo consumo di suolo agricolo e l’aggressione alla fauna selvatica, al paesaggio e al territorio” (una fila di cavolate di dimensioni cosmiche).

Mentre la Corte Costituzionale tedesca sancisce che il Governo deve fare piani più avanzati e rapidi di sostituzione delle energie fossili con le fonti rinnovabili, per tutelare le generazioni future, Tomaso Montanari, due giorni fa, in un articolo su Il Fatto Quotidiano, definisce addirittura eversivo (EVERSIVO!), inserire in Carta Costituzionale, come sta facendo in questi giorni il Parlamento, all’articolo 9, dopo la dizione “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico”, la dizione “La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge la biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni”.

Eversivo? No. Rivoluzionario, sacrosanto, semmai, caro Tomaso.

Abbiamo 80mila morti l’anno di inquinamento, solo in Italia, quasi l’equivalente di una pandemia di covid ogni anno (dati Organizzazione Mondiale della Sanità e Istituto Superiore di Sanità italiano), abbiamo un paese devastato da uragani e inondazioni, il mediterraneo è un hot spot climatico, dove la temperatura si è già innalzata due volte e mezzo la media mondiale, con aumento della siccità e danni gravissimi all’agricoltura, e Italia Nostra, dalla Sardegna, contestando l’ennesimo parco eolico, in un’isola massacrata da due centrali a carbone, ha il coraggio di chiedere lo stop a livello nazionale di ogni autorizzazione di energia prodotta dal vento.

Su facebook, si trova un gruppo, Rete di resistenza sui crinali, un coordinamento nazionale di comitati anti eolico: guardo chi ne è l’amministratore, e trovo che è un sostenitore dell’energia nucleare, collaboratore degli Amici della Terra, a loro volta sostenitori delle trivellazioni in mare, e del ruolo fondamentale del gas fossile.

Intanto anche Cingolani apre all’energia atomica.

Questo ci aspetta, dunque, questo il disegno – che i singoli attori ne siano consapevoli o meno (alcuni, ovviamente, lo sono) – dietro l’attacco isterico e antiscientifico all’energia pulita?

Povera Italia. Povero paese brutto, arretrato, opaco. Dove non capisci mai quale partita si sta giocando, chi la gioca sapendo di giocarla, e chi la gioca perché sta con la testa nelle nuvole.

Ci aspetta una dura lotta: la Transizione Ecologica, necessita una crescita di consapevolezza, e di serietà, che temo non sia alla portata di questa nostra nazione provinciale, egoista e corporativa.

Autore:

Mauro Romanelli – Presidente di Ecolobby